Ansia sociale - SSP Basilicata

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“La felicità odia i timidi”

(Eugene O’Neill)

 

Premessa

La fobia sociale, chiamata anche disturbo d’ansia sociale, è una forma di focalizzazione estrema su se stessi e sul proprio modo di apparire nelle relazioni sociali quotidiane. Le persone con fobia sociale hanno una paura persistente, intensa e cronica di essere osservate e giudicate dagli altri e di essere imbarazzate o umiliate a causa delle loro azioni. La paura può essere grave ed interferire con il lavoro, la scuola o con le attività quotidiane. Le persone che soffrono di fobia sociale riconoscono che il loro timore di essere osservate è eccessivo o irrazionale ma non sono in grado di combatterlo.

 

Storie

Mi chiamo Mario ho 35 anni ed ho un problema che si manifesta soprattutto nei luoghi pubblici. In particolare ho paura di bloccarmi in quei luoghi dove potrei essere oggetto dell’attenzione altrui. Mi sento in difficoltà estrema, in diverse situazioni ad esempio a ristorante o dal barbiere. È una cosa strana perché non mi preoccupano affatto in altri luoghi più ampi dove so che le persone potrebbero ignorarmi come allo stadio, al cinema o in altri luoghi aperti. Tutto è iniziato 2 anni fa, mi trovavo a ristorante con un amico e cominciai a percepire una forte ansia, è particolarmente sentivo una forte tensione muscolare . .la mia tensione aumento ed ebbi un vero e proprio blocco muscolare avvertivo quasi dei tremori e degli spasmi. Il mio amico non si accorse affatto di quello che era successo, ma da quel momento iniziai ad essere letteralmente terrorizzato all’idea che potesse nuovamente ripresentarsi un episodio di questo tipo. Ho il terrore di vivere questa situazione imbarazzante e soprattutto sono preoccupato dal fatto che gli altri possano accorgersi del mio problema e delle mie reazioni fisiologiche. Quando devo andare in un posto come ad esempio in un ristorante comincio ad avvertire una forte ansia già dalla mattina ed il pensiero di potermi bloccare diventa martellante. Arriva il momento di entrare a ristorante avverto una tensione molto alta, già sento tutti i muscoli attivati e comincio a concentrarmi costantemente su ogni piccolo segnale interno che il mio corpo mi manda e che potrebbe essere un precursore del blocco fisico, che peraltro non si è mai più verificato. A volte gli altri si accorgono del fatto che sono quasi assente e distratto. A causa di questo problema vado molto più raramente a ristorante … è un’esperienza molto penosa per me e quando mi propongono di uscire a cena, spesso rifiuto … evito queste situazioni. Non riesco a spiegarmi assolutamente perché mi accada tutto questo. A volte mi chiedo perché non posso essere normale come gli altri ? In generale la mia vita va bene … ho una bella famiglia, un bel lavoro e sono soddisfatto della mia vita. Tuttavia fin da bambino sono stato eccessivamente timido è preoccupato del giudizio degli altri … credo a causa delle mie umili origini … i miei genitori erano contadini e non avevano una grande istruzione. Tuttavia questi aspetti per me non sono mai stati un problema in società, nelle relazione con gli altri o nelle mie relazioni affettive. Sono una persona sempre attiva … non riesco a stare seduto e mi piace essere sempre impegnato”.

 

Ansia sociale

L’ansia sociale è caratterizzata da una paura marcata e persistente relativa ad uno o più situazioni sociali o prestazionali. Situazioni cioè dove è richiesta una prestazione che possa implicare una valutazione o una critica da parte altrui. La persona è preoccupata di essere valutata – da persone non familiari – come ansiosa, debole, pazza, stupida, noiosa, intimidatoria, sporca o sgradevole. Teme di agire o apparire in un determinato modo oppure di mostrare sintomi d’ansia, come arrossire, tremare, sudare, inciampare nelle parole ecc. Conseguentemente le situazioni sociali e prestazionali sono evitate oppure, nei casi meno gravi, sono tollerate con grande fatica e sofferenza. L’evitamento può essere esteso (per es., non andare alle feste, rifiutare la scuola) oppure meno evidente (per es., preparare troppo il testo di un discorso, distogliere l’attenzione indirizzandola su altri, limitare il contatto visivo). Le persone possono presentare forti reazioni a carico del sistema nervoso autonomo nelle situazioni sociali temute con manifestazioni violente di rossore, sudorazione, malessere gastrointestinale e di diarrea. Oltre all’ansia nel corso dell’esposizione alla situazione temuta, può manifestarsi marcata ansia anticipatoria per esempio cominciare a preoccuparsi varie ore al giorno fin da varie settimane prima di un evento sociale difficilmente evitabile, come ad esempio il matrimonio di un fratello. Può instaurarsi un circolo vizioso, fatto di ansia anticipatoria che determina un atteggiamento di apprensione e sintomi da ansia, che determinano a loro volta una prestazione realmente scadente ed imbarazzante, che determina in seguito maggiore ansia anticipatoria. L’ansia sociale può essere limitata un ad un solo tipo di situazioni, come ad esempio la paura di parlare in pubblico, in un contesto formale o informale o può essere generalizzata e portare la persona ad avere difficoltà anche nel mangiare, bere o scrivere di fronte ad altri; nei casi più gravi, la persona sperimenta sintomi di forte ansia e disagio ogni volta che si trova tra le persone. Per diagnosticare un disturbo tali sintomi devono durare da almeno 6 mesi e l’ansia e l’evitamento devono interferire significativamente con la normale routine dell’individuo, con il funzionamento lavorativo o scolastico, o con le attività o relazioni sociali. Talvolta il disturbo emerge da una storia infantile di inibizione o timidezza, può verificarsi anche nella prima infanzia e può avvenire in seguito a un’esperienza stressante o umiliante. Il primo esordio in età adulta è relativamente raro e negli adulti più anziani, l’ansia sociale può riguardare l’imbarazzo relativo al proprio aspetto o alla vergogna per il declino delle funzioni sensoriali o fisiologiche. Metà degli individui con disturbo d’ansia-sociale sperimenta un miglioramento nel giro di pochi anni; nelle altre situazioni, in assenza di trattamenti specifici, si manifesta un peggioramento o una cronicizzazione del disturbo.

 

Quanto frequente e quali sono i fattori di rischio

La prevalenza media del disturbo in Europa è del 2,3% ed i tassi di prevalenza tendono a diminuire con l’età. Il disturbo d’ansia sociale si manifesta con la stessa probabilità sia tra gli uomini sia tra le donne. Alla base della manifestazione del disturbo, la ricerca contemporanea ha approfondito il ruolo di :

  • fattori temperamentali (inibizione comportamentale, paura della valutazione negativa);
  • fattori ambientali (maltrattamento infantile e altre avversità psicosociali con esordio precoce);
  • fattori genetici (il disturbo d’ansia sociale è caratterizzato da familiarità).

 

Interventi e trattamenti

La fobia sociale può essere trattata efficacemente grazie a numerosi protocolli farmacologici e di psicoterapia cognitivo comportamentale. In terapia cognitivo comportamentale sono utilizzate procedure di :

  • auto-osservazione e valutazione: attraverso le quali la persona impara ad analizzare e identificare quali sono le situazioni specifiche e gli stimoli attivatori che scatenano l’ansia;
  • ristrutturazione cognitiva: che aiuta la persona ad identificare i pensieri irrazionali responsabili dell’attivazione dell’ansia e ad adottare un approccio scientifico per esaminare la loro veridicità, sottoponendoli a rigorosi test di logica;
  • il training assertivo : attraverso il quale la persona impara a far valere i propri diritti senza ledere quelli degli altri e ad acquisire abilità di comunicazione ed autoregolazione efficaci;
  • esposizione sistematica: per ridurre l’ansia esponendosi deliberatamente ed in maniera graduale alle situazioni che provocano disagio ed attraverso esperimenti comportamentali progettati al fine di confutare le ipotesi catastrofiche ed i pensieri irrazionali alla base della risposta ansiosa.

 

L’approccio farmacologico, a base di antidepressivi, pur essendo efficace non rappresenta una soluzione definitiva per il problema. Per ottenere risultati tangibili spesso sono necessarie da 2 a 6 settimane monitorando costantemente gli effetti collaterali dei farmaci. Alcune persone riescono ad abbandonare la terapia farmacologica in modo graduale, man mano che l’ansia sparisce, altre interrompono la terapia bruscamente provocando un ritorno immediato della sintomatologia. In tale ottica il modello maggiormente funzionale per il trattamento del disturbo prevede una combinazione di terapia cognitivo comportamentale e farmaci, all’interno di contesti terapeutici di tipo multiprofessionale.

 

Bibliografia

A.Galeazzi, P. Meazzini (2004). Mente e comportamento. Trattato italiano di psicoterapia cognitivo-comportamentale. Giunti American Psychiatric Association (APA) 2013. Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (Dsm5)

 

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