Disturbo di panico - SSP Basilicata

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Un giorno la paura bussò alla porta, il coraggio andò ad aprire ma non trovò nessuno

(J.W.Goethe)

 

Pian piano il cuore ha iniziato a battermi forte, poi all’impazzata, quasi volesse uscirmi fuori dal petto. Mi mancava l’aria … sono rimasto lì, senza poter fare niente … mi sentivo in un bolla, poi improvvisamente i suoni, i rumori sono diventati molto vividi come tutte le mie sensazioni, il tempo si è fermato, sentivo un dolore al torace, e non riuscivo a respirare. “sto per morire” “eccoci! Un infarto come mio padre. Poi sono scappato fuori dall’ufficio …  mi è passato … passa tutte le volte … ma vivo nel terrore che possa accadermi un’altra volta. Le persone con attacchi di panico provano sensazioni di terrore, emozioni che si presentano in modo inatteso ed improvviso. Leggi l’articolo per saperne di più.

 

Storie

“Ricordo molto bene il mio primo attacco di panico. Stavo attraversando un periodo difficile a causa della separazione con mia moglie. Stavo camminando ed all’improvviso le luci mi sembrarono più luminose … mi sentivo spaesato, minuscolo e vulnerabile tra la gente. Le mie ginocchia si trasformarono in gelatina e mi poggiai ad un albero del viale. Non riuscivo a respirare e pensavo di morire. Le sensazioni erano venute fuori dal nulla e non avevo mai provato nulla di simile prima. Da quel momento in poi cominciai a preoccuparmi costantemente di ogni piccolo dettaglio della mia vita riflettendo sulle possibili conseguenze negative delle mie più semplici scelte quotidiane. Ad esempio quando aspettavo l’autobus pensavo al posto migliore dove sedermi, per essere soccorso tempestivamente nel caso in cui mi fossi sentito male … La prima volta era accaduto di mattina, così smisi di uscire di mattina, tranne che per lavoro … pian piano la mia vita divenne sempre più povera di attività ed interessi … vivevo costantemente con la paura di sentirmi male …”


“… É cominciato tutto 10 anni fa, quando ho finito l’Università ed ho iniziato a lavorare. Ero ad un convegno seduta ad ascoltare le relazioni … è esplosa questa cosa dentro di me . Mi sentivo come se stessi per morire … per me, gli attacchi di panico sono esperienze estremamente violente. Mi sento disconnessa dalla realtà, come se stessi per perdere il controllo. Il mio cuore inizia a battere all’impazzata, perdo il respiro … tra un attacco ed un’altro vivo con il terrore al pensiero che ciò possa accadermi ancora. Ho paura di tornare nei luoghi dove ho avuto un attacco. Se non chiedo aiuto presto, non ci saranno più posti dove sentirmi al sicuro …”.

“A volte mentre sono seduta in treno, sono in giro per acquisti o sto parlando con una amica, divento improvvisamente iperattiva. Comincio a sentirmi in pericolo … indifesa …  tutto diventa chiaro, brillante  e definito come se fosse in alta definizione. Le gambe si piegano e devo sedermi o addirittura sdraiarmi … poi iniziano i tremori  ed il dolore al torace in corrispondenza dello sterno. A volte, quando sono all’interno di luoghi chiusi, inizio a tremare, ad avere mancanza d’aria, a sentire debolezza alle gambe, e comincio a guardarmi intorno in cerca di un’uscita o di qualcuno che possa aiutarmi. Ci vogliono circa 20 minuti circa prima che queste sensazioni spariscano … poi mi sento emotivamente distrutta …

 

Disturbo di Panico

Le persone con attacchi di panico provano sensazioni di terrore, emozioni che si presentano in modo inatteso ed improvviso. Non sono in grado di fare previsioni su quando si manifesteranno gli episodi e sviluppano una intensa ansia tra un episodio e l’altro, ansia accompagnata da preoccupazioni sui luoghi e sui momenti nei quali potrebbe manifestarsi un successivo episodio. I sintomi di un attacco di panico comprendono : battito cardiaco accelerato, capogiri, vertigini, sensazione di svenimento, sudorazione, formicolio o intorpidimento di alcune parti del corpo, tremore o agitazione, vampate di calore o brividi, mancanza di respiro o difficoltà respiratorie, sensazioni di irrealtà o senso di distacco dal corpo, sensazioni di soffocamento, dolore toracico, pressione o disagio, sensazione di perdita del controllo e\o paura di impazzire, nausea, problemi di stomaco o diarrea improvvisa, paura di morire. Gli attacchi di panico possono verificarsi in qualsiasi momento, anche durante il sonno. Un attacco generalmente ha il suo picco entro 10-15 minuti, ma alcuni sintomi possono durare molto più a lungo. Il disturbo di panico viene diagnosticato in presenza di attacchi ricorrenti (più di un attacco di panico) ed inaspettati (senza chiari elementi scatenanti) come quando l’individuo si sta rilassando oppure svegliando dal sonno (attacchi di panico notturni). Gli attacchi di panico attesi si manifestano in presenza di chiari elementi scatenanti o situazioni specifiche. Gli attacchi possono essere moderatamente frequenti (per es., una volta a settimana) e presentarsi per mesi in maniera regolare, oppure in brevi serie più frequenti (per es., quotidianamente) intervallate da settimane o mesi senza attacchi o con attacchi meno frequenti per molti anni. Inoltre gli attacchi possono essere completi (con quattro o più sintomi) o  paucisintomatici (con meno di quattro sintomi). Le persone affette da disturbo di panico manifestano preoccupazioni relative alle conseguenze di questi episodi sul piano fisico (come il timore che gli attacchi di panico indichino la presenza di una malattia non diagnosticata, pericolosa per la vita) sociale (come l’imbarazzo o la paura di essere valutati negativamente dagli altri a causa dei visibili sintomi di panico) e circa il loro funzionamento mentale (paura di impazzire o perdere il controllo). Inoltre, possono esservi preoccupazioni pervasive circa le capacità di portare a termine le attività quotidiane o di affrontare eventi stressanti quotidiani. I comportamenti di evitamento di situazioni, stimoli o attività potenzialmente attivanti un attacco di panico rappresentano il tentativo da parte della persona di minimizzare o evitare le sensazioni fisiche oppure le loro conseguenze. Se si inizia ad evitare le situazioni ansiogene, subentrano vere e proprie limitazioni che influenzano scelte importanti come ad esempio quelle lavorative o sentimentali fino a limitare notevolmente il funzionamento in aree importanti della vita. In questo modo le vite di alcune persone diventano così limitate da compromettere lo svolgimento delle semplici attività quotidiane come fare la spesa, guidare, uscire da soli ecc. In alcuni casi, infatti, la persona potrebbe non uscire più di casa o non riuscire ad affrontare una situazione temuta in assenza di una persona fidata o del coniuge. Fondamentalmente, queste persone evitano qualsiasi situazione in cui si sentono indifese per la possibilità del verificarsi di un nuovo attacco di panico. Quando la vita delle persone diventa molto limitata, in un terzo dei casi, esse sviluppano una ulteriore condizione denominata agorafobia. Il disturbo di panico è spesso accompagnato da altre gravi condizioni come la depressione e l’abuso di sostanze.

L’età media di insorgenza del disturbo di panico è generalmente di 20-24 anni, con un decorso cronico in assenza di adeguati interventi. Solo una minoranza di persone presenta una completa remissione senza successive ricadute negli anni successivi. Negli anziani si registra una minore prevalenza del disturbo e ciò potrebbe essere messo in relazione la riduzione della risposta del sistema nervoso autonomo legata all’età. Inoltre, gli adulti più anziani tendono ad attribuire i loro attacchi di panico a determinate situazioni stressanti o condizioni mediche.

 

Quanto è frequente e quali sono i fattori di rischio

Nella popolazione generale, le stime di prevalenza a 12 mesi per il disturbo di panico è di circa il 2-3% negli adulti e negli adolescenti. Il disturbo di panico è due volte più comune nelle donne.

I fattori di rischio più studiati, messi in relazione con lo sviluppo di un disturbo di panico, sono di tipo:

  • temperamentale (affettività negativa, cioè la predisposizione a esperire emozioni negative, e sensibilità all’ansia, cioè la disposizione a credere che i sintomi dell’ansia siano nocivi);
  • ambientale (abuso sessuale e fisico in età infantile; fumo di sigaretta; eventi stressanti identificabili nei mesi precedenti il primo attacco di panico);
  • genetico e fisiologico (familiarità per il disturbo; problemi respiratori).

 

Interventi e trattamenti

Non tutti coloro che sperimentano attacchi di panico sviluppano un disturbo di panico, ma coloro che sviluppano un disturbo necessitano spesso di un adeguato intervento. Se non trattato questo disturbo può diventare molto invalidante. Le persone con disturbo di panico effettuano molti accessi al pronto soccorso e possono consultare numerosi specialisti prima di ricevere una diagnosi corretta. Alcune persone possono andare avanti per anni senza identificare il disturbo. Il disturbo di panico è uno dei disturbi d’ansia più trattabili, in quanto risponde positivamente nella maggior parte dei casi sia agli approcci farmacologici sia a quelli psicoterapeutici. Un intervento di psicoterapia cognitivo comportamentale per il disturbo di panico prevede l’implementazione di interventi di :

  • psicoeducazione: il trattamento inizia con l’insegnamento di nozioni relative alla natura dei disturbi d’ansia, alle cause dell’ansia ed al modo in cui esse si perpetuano attraverso cicli di feedback tra sistemi di risposte fisiche, cognitive e comportamentali. Inoltre vengono fornite descrizioni specifiche riguardanti la risposta psicofisiologica di attacco-fuga ed il valore adattativo dei cambiamenti fisiologici che si verificano durante le reazioni di ansia;
  • auto-monitoraggio : necessario al fine di migliorare la consapevolezza di sé ed aumentare la precisione nella auto-osservazione;
  • training respiratorio:  una componente centrale nella fase iniziale del trattamento in quanto molti pazienti descrivono i sintomi di iperventilazione come molto simili ai sintomi di ansia;
  • training al rilassamento muscolare : durante la procedura i pazienti sono avviati al Training di rilassamento muscolare progressivo al fine di sviluppare abilità di coping necessarie alla pratica di esposizione agli elementi di gerarchie di stimoli ansiogeni;
  • ristrutturazione cognitiva: nel corso dell’intervento il paziente diventa abile nel riconoscere i pensieri quali ipotesi piuttosto che fatti e ciò pone le basi per iniziare una disputa ed una sfida dei pensieri irrazionali;
  • esposizione : utilizzata per smentire le convinzioni catastrofiche rispetto alla natura dei sintomi ed estinguere la risposta emotiva condizionata a situazioni esterne e contesti di vita. Le modalità utilizzate sono quelle dell’esposizione in vivo e di quella enterocettiva;
  • prevenzione delle ricadute.

 

Bibliografia

American Psychiatric Association (APA, 2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM–5)

 

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