Ansia generalizzata SSP Basilicata

Condividi questo post

“Ciò che è peggio nel peggio, è l’attesa del peggio”

(Daniel Pennac)

 

Premessa

Le relazioni, la salute, il denaro, le scadenze, il traffico, il lavoro, i cambiamenti climatici … abbiamo tutti un sacco di preoccupazioni. Nelle persone con Disturbo d’ansia generalizzata tuttavia, queste preoccupazioni sono persistenti, eccessive e si verificano ogni giorno, per gran parte della giornata. Queste persone non sanno come fermare la cascata di pensieri, sentono di non poter controllare le preoccupazioni che interferiscono con il loro funzionamento quotidiano. Si aspettano il peggio da ogni situazione, spesso richiedono continue rassicurazioni ed a causa di questa continua attivazione sperimentano numerosi disturbi fisici. Quando la compromissione associata al disturbo e lieve, le persone possono essere in grado di funzionare in situazioni sociali o lavorative. In situazioni gravi, tuttavia, il disturbo può essere debilitante compromettendo il funzionamento personale nelle più semplici attività quotidiane.

 

Storie

Giovanna, segretaria di 41 anni, era stata lasciata improvvisamente dal suo fidanzato, che si era invaghito di una ragazza più giovane … aveva cominciato a sentirsi costantemente tesa ed inquieta; si stancava facilmente ed aveva problemi a concentrarsi. Aveva inoltre iniziato a preoccuparsi in maniera immotivata del suo lavoro, temeva di perderlo; temeva inoltre di cadere in disgrazia dal punto di vista economico. Anche se i familiari la rassicuravano periodicamente, aveva sviluppato un pensiero ricorrente di diventare un “peso per tutti quanti”. Non usciva più di sera perché si sentiva “vulnerabile”; non andava più al supermercato e faceva le sue ordinazioni telefonicamente. Immaginava le conseguenze catastrofiche del sentirsi male nel supermercato e ripeteva a se stessa che se le fosse accaduto qualcosa di terribile, nessuno l’avrebbe aiutata. Descriveva cosi la sua situazione : < penso di non saper fare altro che preoccuparmi. Mi sento bloccata e incapace di rilassarmi. A volte le preoccupazioni possono andare avanti per giorni. Mi preoccupa prendere delle decisioni, ad esempio se devo andare ad una festa comincio a pensare per ore a quale possa essere il regalo migliore da fare. Non riesco proprio a lasciare andare questi pensieri. Ho terribili problemi di sonno. A volte mi sveglio nel pieno della notte e comincio a pensare. Non riesco a concentrarmi anche quando leggo un giornale o una rivista. A volte avverto leggeri capogiri, sento il cuore correre … questo mi fa preoccupare ancora di più. Spesso immagino che le cose siano più terribili di quanto in realtà sono, ad esempio se ho mal di stomaco comincio a pensare a qualcosa di grave come un ulcera. Quando i miei problemi peggiorano non vado al lavoro … mi sento terribilmente male per questo … quindi comincio a preoccuparmi di perdere il lavoro. La mia vita è stata tremenda fino a quando non ho richiesto un intervento psicoterapeutico ed ora, da circa 3 mesi, le preoccupazioni sembrano avermi dato un po di tregua …>”

 

“Maria 42 anni, divorziata con due figli, lavora part-time e si prende cura di sua madre affetta da morbo di Alzheimer. Circa 5 anni fa ha sofferto di depressione lieve a seguito della separazione e del divorzio dal marito, in quella occasione il medico le consigliò di assumere antidepressivi, ma lei non lo fece … invece effettuò alcune sedute di psicoterapia … poi le cose andarono meglio. Maria riferisce di sentirsi stressata e di essere preoccupata per tutto il giorno. … di essere stata da sempre apprensiva ma che la sua ansia è peggiorata negli ultimi 12 mesi da quando ha avuto esordio la malattia della mamma … da quel momento dice di non essere più riuscita a controllare i pensieri. Quando è preoccupata, Maria avverte tensione nelle spalle, nello stomaco e nelle gambe, il suo cuore batte velocemente e talvolta ha difficoltà a respirare. Il suo sonno è labile ed ha difficoltà ad addormentarsi … causa delle preoccupazioni ha frequenti risvegli. Si sente stanca e irritabile”.

 

“Amedeo è un uomo di 29 anni single, riferisce di sentirsi stressato ed esausto tutto il giorno … ha frequenti mal di testa e preoccupazioni persistenti sulla sua situazione lavorativa… Amedeo riferisce che le cose sono peggiorate significativamente negli ultimi 6 mesi … da quando nella sua azienda ci sono stati dei licenziamenti. Da quel momento dice di non riuscire a rilassarsi a causa delle costanti preoccupazioni sugli errori che potrebbe fare a lavoro, sulle possibili lamentele dei colleghi o dei capi reparto e su altre cose che potrebbero accadere in futuro. Si sente esausto ed ansioso ed ha chiesto delle ferie … ora è preoccupato delle possibili conseguenze di questa sua assenza … “

 

Il disturbo d’ansia generalizzata

La caratteristica essenziale del disturbo d’ansia generalizzata è la presenza di ansia e preoccupazione (attesa apprensiva) eccessive relative a una quantità di eventi o attività. L’intensità, la durata o la frequenza dell’ansia e della preoccupazione sono eccessive rispetto alla reale probabilità o impatto dell’evento temuto. L’individuo ha difficoltà a controllare la preoccupazione e a impedire che i pensieri preoccupanti interferiscano con l’attenzione ai compiti che sta svolgendo. Gli adulti con disturbo d’ansia generalizzata spesso si preoccupano per circostanze quotidiane, routinarie, come responsabilità lavorative, questioni economiche, salute dei familiari, disgrazie che possono capitare ai propri figli oppure piccole cose (per es., svolgere le faccende domestiche o far tardi agli appuntamenti). Nel corso del disturbo, il focus della preoccupazione può spostarsi da un oggetto a un altro. Le persone affette dal disturbo sperimentano numerosi sintomi somatici e cognitivi come : irrequietezza, tensione, facile affaticamento; difficoltà a concentrarsi, vuoti di memoria; irritabilità; tensione muscolare; alterazioni del sonno. Insieme alla tensione muscolare possono essere presenti tremori, contratture, scosse o dolori muscolari, sudorazione, nausea, diarrea e reazioni di allarme esagerate. Alcuni disturbi legati allo stress (per es., sindrome dell’intestino irritabile, cefalee) accompagnano frequentemente il disturbo d’ansia generalizzata. L’eccessiva preoccupazione compromette la capacità della persona di svolgere compiti velocemente e in maniera efficiente, sia in casa sia sul posto di lavoro. Il disagio si sviluppa lentamente, tuttavia molte persone con disturbo d’ansia generalizzata riferiscono di sentirsi ansiosi e nervosi da una vita. L’età media di insorgenza del disturbo è di 30 anni e raramente si verifica prima dell’adolescenza. I sintomi del disturbo tendono a cronicizzarsi, ed in assenza di trattamento, la possibilità di remissione sintomatologica è abbastanza rara.

 

Quanto è frequente e quali sono i fattori di rischio

La prevalenza a 12 mesi per il disturbo varia dallo 0,4 al 3,6% e le donne presentano il doppio di probabilità di soffrirne. Alcuni studi hanno messo in evidenza che le persone di origine europea tendono a manifestare il disturbo d’ansia generalizzata molto più frequentemente rispetto ad individui di origine non europea.

Sebbene la causa precisa del disturbo non sia ancora stata individuata, alcuni studi suggeriscono che il disagio possa essere messo in relazione ad una combinazione di fattori biologici, genetici, cognitivi ed ambientali (stress, eventi negativi, eventi positivi – comprare una nuova casa o sposarsi- ecc.). Le ricerche indicano l’importante ruolo svolto dai :

fattori temperamentali (inibizione comportamentale, affettività negativa, tendenza all’evitamento);

fattori ambientali (avversità infantili, iperprotettività genitoriale);

fattori genetici (un terzo del rischio totale di soffrire di disturbo d’ansia generalizzata dipende dala familiarità per il disturbo).

Interventi e trattamenti

Nel trattamento del disturbo d’ansia generalizzata rivestono un ruolo determinante i cosiddetti trattamenti psicologici basati sull’evidenza – come la terapia cognitivo-comportamentale (TCC) – in abbinamento ad una terapia farmacologica, di solito a base di benzodiazepine. La TCC promuove lo sviluppo di repertori comportamentali funzionali e di nuovi modelli di pensiero. I protocolli di TCC per il disturbo spesso includono l’implementazione di strategia quali : la ristrutturazione cognitiva, il training al problem solving, il training dell’attenzione, gli esperimenti comportamentali e la prevenzione delle ricadute (self-management training).

 

Bibliografia

National Institute for Health and Clinical Excellence (2013). Generalised anxiety disorder and panic disorder (with or without agoraphobia) in adults. Clinical case scenarios for generalised anxiety disorder for use in primary care. NICE clinical guideline 113

American Psychiatric Association (APA, 2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM–5)

Potrebbero interessarti anche